lunedì 30 agosto 2010

Svizzera/Germania – Italia 6-0



Pochi giorni fa sono stato 2 giorni in Germania con l’auto assieme ad un mio amico e vorrei farvi partecipi delle belle cose che abbiamo potuto vedere e che ci hanno molto colpito rispetto all’Italia.
Siamo passati dall’autostrada Como-Chiasso per entrare dalla Svizzera.
Una volta passato il confine ci siamo dovuti fermare a comprare il biglietto dell’autostrada.
Il costo è di 40,00€ ma vale tutto l’anno!

Mi spiego meglio, io non devo pagare per i km che faccio ma si paga una volta per tutte.
Per il resto dell’anno posso andare dove voglio tutte le volte che voglio senza dover spendere altri soldi, semplicemente incredibile.
Vuole dire che con quei 40,00€ chi gestisce la rete autostradale riesce a pagare i dipendenti, a fare i lavori stradali e tutto quello che gira intorno.
Se penso che da Rimini a Milano e ritorno ho spesi 38,00€, mi viene da piangere è una vera tristezza.

Una volta ripartiti, girando le stazioni della radio, capiamo finalmente cosa voglia dire avere l’RDS nell’autoradio.
Per tutto il tragitto Svizzera-Germania ogni canzone che veniva trasmessa, nell’autoradio appariva il nome della canzone e l’autore, mentre da noi inspiegabilmente questo servizio non viene attivato e si limita a dirci che radio ascoltiamo.
La benzina abbiamo trovato la 102 ottani che costa quanto la nostra normale a 95.

Arrivati al famoso San Gottardo entriamo in galleria, ricordo che è lunga 17 Km e passa sotto una montagna, arrivati circa a metà strada, mi squilla il cellulare, rispondo e incredibilmente riesco a parlare, ero al massimo della ricezione….se penso ai nostri impianti che spesso il segnale cade anche in strade aperte, c’è da stare male per come siamo ridotti e ci vantiamo della grande tecnologia, il segnale a continuato ad essere presente dentro ogni galleria che sorpassavamo.
Arrivati in Germania, la ciliegina sulla torta è data dall’autostrada.
Si entra senza pagare….per di più l’autostrada tedesca (Autobahn) non ha limiti di velocità tranne in alcuni tratti. Come fa chi gestisce l’autostrada a campare? Eppure stavano lavorando per ampliare le corsie.

In Italia ogni anno i prezzi aumentano e con quello che paghiamo non riescono ugualmente a fare autostrade decenti e a mantenere in buono stato quelle attuali, senza contare che per riuscire a fare una corsia in più (Rimini-Pedaso) abbiamo dovuto aspettare 30 anni e ancora in parte non sono riusciti a fare partire i lavori.
Pensavamo di avere avuto abbastanza novità invece una volta arrivati a destinazione e sistemati nella casa-alloggio (Guesthouse) chiediamo se è possibile avere una rete Wi-Fi e il proprietario ci informa che era già attiva, disponibile senza protezione e che in tutta la città potevamo trovare la rete libera.

Non potevamo crederci, eppure eravamo sperduti in una piccola città in mezzo alla foresta nera, non a Berlino.
Se ci fermavamo vicino a una casa o a un bar e cercavamo una rete Wi-Fi, la trovavamo sempre libera e disponibile senza password, a quel punto diventando una norma e avendola tutti, non avrebbe senso mettere password è una normalità.
Mentre da noi in Italia facciamo fatica a trovare reti Wi-Fi a pagamento figuriamoci libere.
Gli hotel che ne hanno sono veramente pochi e fanno sembrare che il servizio sia un extra per poter tenere il prezzo ancora più alto, senza contare che per legge devono sapere un sacco di cose su chi usa la rete.

Questa piccola trasferta mi ha fatto capire che se è vero che in Italia stiamo bene, dobbiamo aprire gli occhi e svegliarci perché su tante cose siamo veramente all’età della pietra.

GianVi

venerdì 20 agosto 2010

Non c'è posta per te



Mi ricordo ancora quando per spedire una cartolina bastava voltare qualsiasi angolo della città e si trovava la buchetta dove imbucare le lettere.
Ovunque la città ne era piena.
Oggi la riorganizzazione delle poste Italiane ha fatto ridimensionare la cosa e anche di molto.

Piano piano le buchette sono state tolte e lasciate solo fuori da alcune tabaccherie.
Ora, almeno parlo di Rimini, si trovano solo fuori (e non sempre) dagli uffici postali.
Sicuramente l’avvento delle e-mail ha dato un taglio netto ad alcune comunicazioni postali.


Così come le cartoline ricordo dei vari viaggi, vengono sostituite dagli MMS (messaggio dal cellulare che può contenere foto o audio).
Il costo di un MMS è inferiore (0,50 cent contro i 0,60 del francobollo) e la foto di un bel paesaggio arriva subito, invece dei 3 giorni o 7 come abbiamo potuto vedere pochi giorni fa proprio su queste pagine.


Ci sono invece atti amministrativi, giudiziari e le varie raccomandate che vanno ancora spedite per posta.
Siamo obbligati in questi casi a recarci presso un ufficio postale per compiere tale spedizione.
Ma ci sono anche una quantità impressionante di spedizioni “normali” dove necessita il solo francobollo da 0,60 cent e con una busta già affrancata e pronta per la spedizione, diventa impossibile spedire la posta.


Anche in questo caso, bisogna recarsi obbligatoriamente in un ufficio postale, una vera assurdità dover sprecare così tanto tempo in file per poter solo consegnare una busta per la spedizione, i servizi al cittadino stanno svanendo tutti.
In centro più di una volta mi è capitato che stranieri ancora “poco tecnologici” e nostalgici, mi chiedessero dove poter imbucare le loro cartoline, non trovando le buchette.


Il problema si accentua ulteriormente quando, come dicevo, fuori dall’ufficio postale non è presente la buchetta delle lettere.
Proprio venerdì appena trascorso, dovendo imbucare una lettera, mi sono recato alla buchetta delle poste fuori dall’ufficio postale di via Marecchiese, quello all’incrocio con la rotonda che va in via Caduti di Marzabotto, ma per i lavori di ristrutturazione è stata chiusa anche tale buchetta.

Mi reco più avanti nel parcheggio del supermercato che si trova li vicino e dove “momentaneamente” è stato trasferito l’ufficio postale, per imbucare la mia “normale” lettera.
Una volta arrivato davanti alla struttura provvisoria, gira e rigira non c’era l’ombra di una buchetta.
Non volevo entrare poiché ci saranno state 30 persone e la fila usciva fuori.
Non potevo credere a tale assurdità.


Entro chiedendo scusa a tutti e che avrei dovuto solo consegnare una busta, logicamente le varie “casse” erano tutte piene e ogni volta che scattava un numero la gente si fiondava come un rapace sulla preda e come mi permettevo di fare un gesto venivo fulminato dagli sguardi.
Ero quasi rassegnato a non spedire la posta, anche perché mi seccava dover fare km per poter imbucare una busta.

Casualmente esce un addetto e mi permetto di chiedere se era possibile prendere la mia busta, mi risponde seccato “è già affrancata?”, certamente, la prende e la lancia oltre il bancone.
Ancora mi chiedo se arriverà mai a destinazione.
Pochi giorni fa ho letto che le poste da gennaio 2011 cambieranno il sistema delle consegne, a mio avviso dovrebbero sistemare altre cose, perché se non abbiamo possibilità di spedirle è inutile potenziare le consegne

Saluti

GianVi

venerdì 6 agosto 2010

Presunto colpevole



E sempre colpa loro.
I motociclisti, sono considerati ormai al pari di terroristi.
In un incidente stradale, si “presume” che la colpa sia del motociclista.
O comunque sia, si parte da questa convinzione, poi se le indagini confermano che non ha colpe, si continua ugualmente a trovare altri appigli per dire che la colpa è comunque sua.

E pensare che più del 78% delle volte la colpa e degli altri.
Un auto che non vede, che non calcola, che non gli importa di aspettare, una bici in contromano ecc…
E’ raro che in un incidente la colpa sia della moto, non che non succeda, ma è veramente raro.
Le pecore nere ci sono ovunque e gli “idioti” che partono ai 200 in un tratto di strada cittadino ci sono.

Se camminando con la moto in una strada e senza alcun avviso una bicicletta che precede svolta in mezzo alla strada sarebbe impossibile evitarla, così come lo sarebbe per un auto.
Immediatamente la colpa cadrebbe sul motociclista, senza il minimo ripensamento.
Questo non è giusto.
Non si deve dare del presunto killer e accusare un essere umano senza sapere effettivamente come sono andate le cose, ma purtroppo è quello che a noi Italiani riesce meglio.

GianVi