giovedì 25 febbraio 2010

Demenza calcistica

Il 21 settembre 1975, avevo 5 anni e mi trovavo a San Benedetto del Tronto poiché tutta la mia famiglia stava andando a vedere una partita di calcio molto importante per la città.
Mia sorella mi mise in mano una bandiera e da allora quei bellissimi colori che sventolavano sono rimasti sempre dentro di me, il bianco e il nero.
Si giocava Sanbenedettese Juventus per la coppa Italia, e in quell’occasione la partita fini in un clamoroso 2-2.

Oggi a distanza di 35 anni l’amore per la Juventus è sempre vivo, ha accompagnato la mia adolescenza sino ad oggi, ha vissuto momenti belli come i brutti.
Non sono mai stato tanto sfegatato da andare in giro a vederla tutte le domeniche, qualche partita l’ho vista, ma ogni volta che giocava la sentivo sempre per radio.
Quando cominciarono a far vedere le partite in televisione fu magnifico. Sappiamo tutti che in Italia il calcio è seguito non da “tifosi” ma da DEMENTI.



Pensavo che ci fosse un limite, ma anche questa volta ho dovuto sbattere contro un muro e dare ragione a tutti quelli che mi hanno sempre detto che lo stadio non è un posto per bambini. Domenica 21/02/2010 in occasione di Bologna-Juventus ho deciso di portare mio figlio di 6 anni a vedere la partita poiché giocatore e grande tifoso delle Juventus.

Mi ricordo la sua espressione il giorno in cui gli avevo detto che lo avrei portato a vedere la “sua” Juve dal vivo, una felicità senza precedenti, mi ha ricordato il giorno in cui mio babbo mi comprò il motorino. Una delle più belle della mia vita.
Per non avere problemi ho preso i posti in tribuna centrale numerata.
Comincia la partita e vedere l’agitazione di mio figlio nel guardarla e nell’urlare i nomi dei giocatori mi commuoveva.
Mio figlio con la sua sciarpina e cappellino della Juve, in quel momento era il “vero tifoso” che tutte le squadre meriterebbero.

Dopo pochi minuti purtroppo cominciano gli insulti da parte di alcuni DEMENTI della tifoseria avversaria a poche poltroncine da noi, nei confronti della Juve.
Ci può anche stare il classico sfottò, ma sentire improperi per tutta la partita ogni volta che un giocatore toccava palla, francamente seccava.



Ero quasi convinto che in tribuna centrale queste cose fossero “rare” ma mi sbagliavo.
Poco dopo mio figlio a cominciato a girarsi e guardare chi diceva tutte quelle parolacce e mi chiedeva il perché.
Mi sono limitato a spiegargli che ci sono persone che non si comportano bene poiché “sciocche”.

La partita finisce, usciamo dallo stadio e mentre ci rechiamo alla macchina, un gruppo di DEMENTI del Bologna insulta mio figlio, insulta me e mi dice di togliere dal collo di mio figlio la sciarpa della Juventus. Cosa che non ho fatto visto che era freddo, non volevo si ammalasse e non trovavo un senso logico nelle parole che mi aveva detto.
Senza neanche girarmi per paura che succedesse qualche cosa, abbiamo continuato a camminare, ma mi sentivo male, e non a mio agio.



Tutti ci guardavano male e ogni volta che in mezzo a quella confusione qualcuno ci urtava contro ero in ansia per mio figlio e per quello che qualche DEMENTE avrebbe potuto fare.
Camminando ci siamo aggregati a una famiglia e siamo riusciti ad arrivare alla macchina.

Alla fine della giornata dopo aver baciato mio figlio e averlo messo a dormire, ho fatto il punto della situazione, e mi sono sentito male, non fisicamente, un malessere interno per quello che sarebbe potuto succedere.
Ero convinto che con un bambino di 6 anni al mio fianco, non potevano capitare cose come questa, per me un essere umano se tale, non può trovare da dire contro un bambino, purtroppo la mia mente si rifiuta di pensarlo, ma accade.

Questi DEMENTI non sono persone diverse da noi nella vita di ogni giorno, sono le stesse persone che girano in strada, con cui condividiamo il posto di lavoro, sono così e magari non lo sappiamo. Eppure mi sono arreso a questa verità.
Ogni domenica ci sono realtà assurde, se un bambino di 6 anni nella sua “spensieratezza” e “innocenza” non può sentirsi libero di tifare la squadra per cui è contento…siamo veramente allo sbando più totale.

Il minimo che vi meritate....


E inutile promuovere le iniziative di portare le famiglie allo stadio, incentivare le persone ad andare a tifare la propria squadra, per poi stare in una situazione incerta e rischiare la vita.
Sicuramente non porterò più mio figlio allo stadio, ne io andrò più.
A casa nella mia poltrona, possiamo urlare, tifare ed essere contenti per la nostra squadra che amiamo, sapendo di non rischiare di prendere le botte o magari una coltellata.

GianVi

martedì 16 febbraio 2010

Mostri vecchi…e nuovi

Ogni giorno che percorro le strade di Rimini e passo in prossimità di alcuni edifici, vengo colto da depressione, e mi vergogno di come siano state costruite, architettonicamente parlando, alcune strutture. Sono un vero scempio per la città di Rimini.
Anni fa cominciarono con il centro direzionale Flaminio, un cumulo di “lamiere” in mezzo a un paesaggio totalmente diverso, un vero pugno nei denti, a mio avviso rimane l’edificio più brutto di tutta la città.

Il centro direzionale Flaminio


Spostandoci a pochi metri da esso troviamo l’edificio dove c’è una Banca, chi arriva dal mare e percorre la strada per andare in autostrada e tornare a casa, dopo aver passato giornate spensierate in riviera, avere come ultimo ricordo la facciata di questo edificio, è alquanto disarmante.
Faccio fatica a comprendere cosa siano e soprattutto a cosa servono quelle “sbarre” che coprono l’intero edificio. Un vero X-File.

L'edificio insensato


Non facciamo tempo a riprenderci che pochi metri dopo troviamo le maestose linee del nostro Tribunale.
Anche in questo caso, la difficoltà di definire la bizzarra struttura e a livelli altissimi.
Sembra che si siano accaniti contro quella zona di Rimini, concentrando il peggio in quell’angolo.

Il tribunale di Rimini



Pensavo dopo tutti questi anni di non poter vedere di peggio, ma puntualmente le mie previsioni sono state smentite, dal nuovo Pala congressi di Rimini.
Percorrendo via della Fiera da mare a monte, arrivati i prossimità dell’edificio, ci troviamo di fronte a un disco volante di proporzioni incredibili, appena atterrato dallo spazio. La struttura deve essere ancora finita, ma vedendo i disegni, penso che possa solo peggiorare, e girando attorno all’intero complesso le cose non migliorano.

Il nuovo Pala congressi di Rimini



Io non mi spiego la logica di queste cose, e mi chiedo, ma quando viene sottoposto un progetto a chi di dovere, non può non accorgersi della bruttezza di alcuni progetti, e il progetto viene ugualmente accettato….perché?
Andreotti diceva “a pensare male è peccato…ma ogni tanto ci si azzecca”.

Lo stesso discorso vale per tutte le cose, dalle auto, alle moto ecc… ma una struttura fissa come un edificio che rimarrà per chissà quanto, lo trovo veramente triste.
Ma state tranquilli forse non è finita, perché se riusciranno a fare il nuovo grattacielo di Rimini, progettato da un famoso studio, (potete vedere il plastico all’interno sotto il centro direzionale Flaminio) avremo un nuovo mostro.

Il futuro grattacielo di Rimini abbellito dai disegnatori


GianVi

lunedì 8 febbraio 2010

Ave Cesare Rimini te salutant

Ero in Piazza Tre Martiri (Ex Giulio Cesare) e stavo comprando una rivista all’edicola che si trova all’ingresso della Piazza, quella dove dietro si trova la finta e nascosta statua di Giulio Cesare.


Copia della statua

E proprio in quel momento c’erano 2 persone anziane che parlavano della statua in questione. Non volendo ho sentito i discorsi che facevano e incuriosito mi sono fermato ad ascoltare questa curiosa storia.
Tutti sapete che la Piazza in origine si chiamava Giulio Cesare in onore dell’Imperatore Romano, poiché il 12 (in molti libri scrivono il 10) gennaio del 49 a.C sul fiume Rubicone prima di attaccare disse la famosa frase “andiamo là, dove i prodigi del cielo e l'ira dei miei nemici mi chiamano: il dado è tratto” (Alea iacta est).

Il 27 giugno del 1933 Mussolini fece fare una statua dell’Imperatore da posizionare in centro città e da allora sino alla seconda guerra mondiale è stata al suo posto.
I due anziani mi spiegarono che la statua fu prelevata durante la guerra dalla caserma di Rimini dove tutt’ora viene trattenuta. E ci sono molte persone come loro che lottano ormai da anni per riavere la statua originale da rimettere al suo posto.

Originale statua di Giulio Cesare


Tutta la storia mi ha incuriosito molto e cercando qualche notizia su internet ho trovato una “possibile” spiegazione sul sito http://wikicity.info/index.php/Statua_Giulio_Cesare .
Nel leggere che il comune di Rimini si è sempre opposto al ricollocamento della statua originale nel punto originale della Piazza mette una tristezza senza precedenti.
La politica la fa sempre da padrone.

Non mi sembra che sia il busto di Almirante, o di Mussolini, ma di un Imperatore Romano che fa parte del passato della nostra città.
Perché allora non abbattere la stazione centrale di Milano, è stata fatta da Mussolini….
Passando con la mia famiglia in centro, mio figlio piccolo vedendo il piedistallo vuoto mi ha chiesto cosa fosse e a cosa servisse.

Gli ho risposto che ci sarebbe dovuta essere una statua, ma che Rimini non ha voluto per colpa di alcune persone.
Siamo nel 2010 ma purtroppo c’è sempre chi vuole boicottare il passato, il presente e il futuro.

GianVi