La settimana scorsa mi cognato si è operato all’ospedale di S. Arcangelo di Romagna (Rimini), che ricordo fa sempre parte della struttura ospedaliera dell’Infermi di Rimini.
Poiché era solo ho deciso di fargli una sorpresa per dargli un po’ di sostegno.
Arrivato all’ospedale e non trovando nessuno a cui chiedere dove fosse la camera, mi sono messo a guardare tutte le stanze per trovare dove fosse.
Non riuscendolo a trovarlo in nessuna camera, gli ho fatto una telefonata al cellulare, mi risponde e mi avvisa che poiché non c’erano camere libere, era ancora in sala d’attesa.
Lo raggiungo e stupito cominciamo a parlare.
Logicamente era felice di vedermi sia per l’amicizia che ci lega, ma anche per il fatto che se fosse dovuto entrare non avrebbe saputo a chi lasciare la borsa e gli effetti personali, non avendo una camera ed un armadietto.
Dopo circa 2 ore arriva un infermiera e lo chiama, gli dice di togliere eventuali anelli e collane d’oro poiché le ruberebbero, e di entrare in sala operatoria…
Ci siamo guardati un po’ perplessi, mio cognato mi ha dato la fede, la borsa e poi è andato via.
In uno sgabuzzino lo hanno fatto cambiare e successivamente stendere in sala operatoria per l’operazione.
Ora io mi chiedo se una cosa del genere sia normale.
Ma la preparazione pre-intervento non esiste più, o era quel giorno che per mancanza di letti (occupati) è andata così?
Se io non fossi andato a trovarlo, i suoi effetti personali a chi li avrebbe lasciati?
Sarebbero rimasti li in sala d’attesa alla mercè di tutti.
Il bello è che le altre 11 persone in sala d’attesa aspettavano anche loro di essere operate.
Tutti nelle medesime condizioni.
Una vera indecenza.
Poiché era solo ho deciso di fargli una sorpresa per dargli un po’ di sostegno.
Arrivato all’ospedale e non trovando nessuno a cui chiedere dove fosse la camera, mi sono messo a guardare tutte le stanze per trovare dove fosse.
Non riuscendolo a trovarlo in nessuna camera, gli ho fatto una telefonata al cellulare, mi risponde e mi avvisa che poiché non c’erano camere libere, era ancora in sala d’attesa.
Lo raggiungo e stupito cominciamo a parlare.
Logicamente era felice di vedermi sia per l’amicizia che ci lega, ma anche per il fatto che se fosse dovuto entrare non avrebbe saputo a chi lasciare la borsa e gli effetti personali, non avendo una camera ed un armadietto.
Dopo circa 2 ore arriva un infermiera e lo chiama, gli dice di togliere eventuali anelli e collane d’oro poiché le ruberebbero, e di entrare in sala operatoria…
Ci siamo guardati un po’ perplessi, mio cognato mi ha dato la fede, la borsa e poi è andato via.
In uno sgabuzzino lo hanno fatto cambiare e successivamente stendere in sala operatoria per l’operazione.
Ora io mi chiedo se una cosa del genere sia normale.
Ma la preparazione pre-intervento non esiste più, o era quel giorno che per mancanza di letti (occupati) è andata così?
Se io non fossi andato a trovarlo, i suoi effetti personali a chi li avrebbe lasciati?
Sarebbero rimasti li in sala d’attesa alla mercè di tutti.
Il bello è che le altre 11 persone in sala d’attesa aspettavano anche loro di essere operate.
Tutti nelle medesime condizioni.
Una vera indecenza.
Sicuramente non è un caso di malasanità ma può trattarsi di un inizio. Concentrare molte persone lo stesso giorno per delle operazioni come se fossero animali che vanno al macello non lo trovo molto professionale, ne qualificante, soprattutto se si arriva a queste condizioni. Il vero finale di questa lettera non posso scriverlo altrimenti mi denuncerebbero.
GianVi
GianVi
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