Come ogni anno, appena arriva uno scorcio di primavera, li vedi sbucare fuori come i funghi.
Nelle loro belle tutine attillate, in massa, senza il ben che minimo rispetto delle regole “stradali”.
Si sono proprio loro i “ciclisti”.
Si sentono tutti Pantani e nella loro “invulnerabilità” di gruppo fanno ciò che vogliono.
Non sono “mai” in fila, ma li trovi uno a fianco all’altro fino alla completa occupazione della corsia.
Se per caso un automobilista cerca di superarli rischiando un frontale con la macchina che viene in senso contrario (dovendo forzatamente andare nella corsia opposta per sorpassarli) ti insultano, fischiano, e ti danno del pirata della strada.
Se poi si ha la malaugurata idea di suonargli per chiedergli spazio, è finita.
Se potessero menerebbero il malcapitato automobilista.
Nelle loro belle tutine attillate, in massa, senza il ben che minimo rispetto delle regole “stradali”.
Si sono proprio loro i “ciclisti”.
Si sentono tutti Pantani e nella loro “invulnerabilità” di gruppo fanno ciò che vogliono.
Non sono “mai” in fila, ma li trovi uno a fianco all’altro fino alla completa occupazione della corsia.
Se per caso un automobilista cerca di superarli rischiando un frontale con la macchina che viene in senso contrario (dovendo forzatamente andare nella corsia opposta per sorpassarli) ti insultano, fischiano, e ti danno del pirata della strada.
Se poi si ha la malaugurata idea di suonargli per chiedergli spazio, è finita.
Se potessero menerebbero il malcapitato automobilista.
GianVi
grande
RispondiEliminaGrande a te e grazie per aver scritto.
RispondiEliminaAlla luce della disgrazia accaduta a Lamezia Terme e anche grazie ai numerevoli messaggi di affetto inviatomi, mi sembra doveroso cambiare parte del mio intervento, che logicamente andava preso in maniera gogliardica così come è l'intento del blog stesso.
RispondiEliminaI pensieri espressi sopra rimangono tali e non penso siano nulla di offesnivo ne di inventato.
Un ultimo appunto va sul fatto che anche io vado in bici ma non in strada.